La promessa sulla Senna

Cara Parigi,

ero una bambina quando i tuoi orizzonti sono diventati per me dei compagni di gioco.
Sotto al tuo cielo irrequieto, la mia immaginazione si espande come china nell’acqua.
In questo punto sulla riva della Senna, un anno fa sedevo su un tappeto di foglie crepitante, esattamente come la coppia che sta di fronte a me adesso. Mi ero soffermata ad assaporare la voce diversa che quel mese infondeva al paesaggio.

Quel giorno giungeva Dicembre proprio come fa oggi, ricordi?
Sbocciò allora l’idea di mettere su carta i sussurri di dicembre e poi quelli di gennaio, di febbraio…
Promisi al tuo profilo immutabile e al cielo imprevedibile che avrei composto un almanacco di racconti. Vengo per dirti che oggi, finalmente, ho pubblicato la voce di dicembre udita quel giorno sulle rive del fiume e che quei racconti li ho scritti davvero, uno per ogni mese.
Non ti svelo ancora dove ti leggerò il prossimo, all’alba del 2021, perché voglio essere io quella imprevedibile questa volta, con rispetto dovuto al tuo cielo.

Alice

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