Auguri a te che manchi ogni giorno

A Regina,
che quel giorno mi ha ricordato

l’importanza dell’Albero

Nel giorno del tuo compleanno ricordo i doni che da te ho ricevuto. Insolito modo di celebrare, ma non mi viene in mente di meglio non potendoti abbracciare.

Ti ho conosciuta meglio dopo averti perduta, quando una parte di te, la più profonda, ha lasciato cadere il suo velo di mistero per mostrarmi il volto che meno mi attendevo: il mio.

In un arcano gioco di specchi, da figlia senza madre sei divenuta la madre che la figlia ha perduto. Le generazioni si cercano e si trovano, oltre l’illusione del tempo che tenta invano di celare questi frammenti di specchio.

Mia nonna e mia madre (1957-58 circa)

Da te che manchi ogni giorno in modo diverso ho appreso come ogni cosa che siamo stati, ogni cosa che saremo, lo siamo sempre, in ogni istante. È scritto in ogni sorriso e in ogni lacrima.

Mia madre e io (1986 circa)

Dallo specchio, il mio riflesso si perde nel flusso delle ere che lo confonde ad altri profili, ad altri sogni, ad altre storie. In quel momento non sono una donna, sono tutte.

Ogni sacrificio, ogni rinuncia, ogni talento non messo a frutto è un debito condiviso che grava sulle spalle di chi viene per ultimo. Il bocciolo può cadere prima di aprirsi, ma la Natura non dimentica un solo istante di bellezza perduto.

Tua madre scelse gli altri al punto da dimenticare se stessa. Senza porti davanti a nessuno, tu hai appreso a difendere la tua felicità come lei non aveva mai fatto. 
Ed io, mi chiedo, cosa insegnerò alle madri e alle figlie che ricambiano il mio sguardo dallo specchio?

(Photo by Candy Szengel
Make up Olga Bordoni)

Ho iniziato dall’appello, chiamando col loro nome i debiti che avevo con me stessa.
Lungo il cammino, ho deciso di raccontare le mie battaglie, poiché ne incontro troppe in attesa di venir combattute.

Ho scoperto la vastità degli orizzonti in sospeso e l‘immensità del debito di bellezza accumulato nei secoli. Ne incontro tracce ogni giorno ai tavolini dei café, sulla panchina di un giardino, alle finestre di umide soffitte.

Da te che non sapevi tacere davanti alle ingiustizie, ho appreso che non si possono vincere le guerre degli altri, ma anche che nessuno dovrebbe soffrire da solo.

Difendo la mia felicità dai tiranni che fuori e dentro di me reiterano antichi soprusi come tributo al sostegno di cui non mi hai mai privato. Non sempre vinco, ma di sicuro provo.

Auguri mamma.
Come regalo ti dedico le mie battaglie, perché se ogni giorno mi sento un po’ più vicino alla donna che voglio essere è perché tanta strada è stata fatta prima di me.

2 risposte a "Auguri a te che manchi ogni giorno"

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