[ Images © Kirsty Mitchell photography, Wild Thing, from The Wonderland Book ]
A Gaia, che ha il coraggio di cercare
Chi sono io?
Non serve rispondere.
Appena sono qualcosa non lo sono più.
Sono l’acqua che palpita tra le rocce,
e le rocce che fendono la corrente.
Sono il legno che il fuoco consuma,
e sono la fiamma che tutto divora.
In autunno,
sono danza di foglie dipinta dal vento.
In primavera,
sono vento su cui posano ali di rondine.
Io sono il tempio dove le stagioni vengono a morire.
Nel mio regno nulla è eterno,
ma affidami il più fragile dei tuoi ricordi ed esso vivrà per sempre,
perché io sono la Memoria che attraversa le ere.
Mi incontrerai ogni volta che varchi la Soglia,
il percorso immutabile
lungo il quale ogni passo è diverso,
mai visto,
anche sui solchi profondi che il Dolore ha tracciato,
in cui ti ho visto cadere,
e cadere, e cadere…
Mi vedrai china sui ricordi che credi perduti,
a ricamare il tuo Nome
con fiori appassiti e frutti maturi,
assaporando la nostalgia di te,
di me,
di noi che vaghiamo uno in cerca dell’altro,
dimentichi della nostra essenza,
come lembi di vento.
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