Tra sciabordio di orizzonti
e bisbigli di fronde,
incontro un’ombra che somiglia alla mia.
Su un letto di sale, granito e licheni,
scrive il mio nome e io siedo con lei.
“Non riesco a salpare, mi manca la forza”,
dicon quegli occhi di cui porto il colore.
“Qui sedevo, dove tu siedi ora,
Promisi qualcosa, la nascosi per te
e tinsi il tramonto col sogno di noi”.
“Se qualcosa hai nascosto,
io non riesco a vederlo”.
Sussurran le ombre dalla coltre degli anni:
“È il nostro fango che ti brucia negli occhi.
Giustizia si traccia una vita alla volta.
Noi siamo il portale del domani che torna,
ma lui cede il passo, se ti alzi e cammini”.
“E se mi alzo, voi qui rimarrete?”
“Senza di noi, non vi è luogo per te.
Mi sollevano il viso con dita di brezza
“Non sei riflesso, ma specchio tra i mondi”.
Con un lembo di nebbia
mi asciugano gli occhi.

Rispondi