La pelle segnata,
la fatica,
il bisogno di trovare un riparo,
del calore, un abbraccio.
Questo porto con me all’uscita dal bosco.
Non ricordo un passaggio senza sforzo,
senza ferite,
senza un nuovo frammento di me che vibra nel petto.
Le mie gambe tremano,
sanno già che farò ritorno.
Tornerò prima che il richiamo del bosco avveleni il mio petto,
i miei passi, il mio sguardo.
Non ho più la forza di lasciarlo ad aspettare.
Tornerò per i graffi, la paura e le cadute,
per lo spavento di scoprirmi osservata,
dopo aver pianto di solitudine.
Farò ritorno per il tocco caldo della terra mescolata al sole,
per perdere una direzione,
per scegliere un’altra,
per udire ancora la voce del bosco:
«Occorre accettare di essere soli,
per scoprire di non esserlo affatto».
© Alice Rocchi
Photo © Silvia Cavedoni
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