Parigi, 14 marzo 2021
[Foto di copertina © Olga Bordoni]
Esattamente un anno fa, a Parigi venivano chiusi ristoranti, brasserie, café e bistrot.
Senza i marciapiedi ricoperti di tavolini, la Ville Lumière era irriconoscibile.
I parigini si guardavano intorno confusi, come se di punto in bianco gli fosse stato vietato di entrare nel salotto di casa, perché questo sono le terrasses di fronte ai locali per noi: un salotto a cielo aperto.
Nessuno immaginava allora che la prova fosse appena iniziata.

Durante il lockdown rigido che seguì poco tempo dopo, per non cedere alla malinconia, iniziai a comporre il primo “sentiero” di Parigi Meravigliosa. Era un modo per continuare ad aggirarmi, per lo meno col cuore, per le vie di Parigi a me più care.
Non avevo previsto, in un primo momento, di fare di quel percorso il primo libro tratto dagli articoli del blog. Sentivo semplicemente il bisogno di riprendere vecchie storie già scritte per alleviare il senso di isolamento, un omaggio alle anime dimenticate di Montmartre che già in passato avevano saputo tenermi buona compagnia.
“Le ombre della Belle Époque” nacque così, tra le mura troppo anguste di un micro-appartamento sulla rive droite della Senna.

Quando i tavolini scomparvero dai marciapiedi, nessuno pensava che un semplice intervallo dalla quotidianità così come la conoscevamo potesse divenire la quotidianità stessa.
Ad oggi i tavolini non sono affatto ricomparsi, ed io non vedo la mia famiglia che vive in Asia da un anno e un mese.
Il senso di isolamento da cui tentavo di difendermi è sempre in agguato, ma un elemento nuovo e inaspettato mi ha convinto che continuare a raccontare storie sia per me il rimedio giusto.

La mia piccola mappa di aneddoti parigini ha ricevuto un’accoglienza inaspettata e calorosa, sia dai lettori del blog che da chi il blog non lo conosceva, ma il dono più prezioso che questo piccolo libro mi ha fatto è la scoperta di non essere la sola ad aver bisogno di tornare tra le ombre del passato, specie ora che il presente lascia a dir poco disorientati.

Per questo, per i messaggi, le foto e le recensioni, ringrazio tutti i cacciatori di meraviglie che, come me, attendono solo di ricominciare a cacciare.
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