[ Images © Kirsty Mitchell photography, The Garden of whispered wishes, from The Wonderland Book ]
A Pierre, custode di giardini
Nel giardino della reggia si aggira uno spettro.
Nessuno conosce il suo nome, la chiamiamo Regina di Fiori.
Se qualcuno ha origliato le ombre dei mirti, l’edera e i muri ricoperti di rose raccontarne la storia, non la ripete a nessuno e ogni anno, al primo di maggio, senza farsi vedere viene a lasciare fiordalisi blu alla finestra dell’angolo, che dicono fosse la sua.
Altri, più rari, raccontano di averla incontrata: cuori in pezzi di solito, anime fragili, perché la Regina di Fiori sente le ferite a cui manca la voce.
Quando mi apparve il suo volto di giglio nella bruma del crepuscolo, credetti a un lontano ricordo. Il vento aveva smesso di giocare con le siepi e non un suono saliva dai suoi passi, ma colsi delle note di violino sul fondo dello sguardo.
Abbandonato il suo manto di nebbie si fece vicina, confondendo i miei sensi: la chioma di melodie arcane, l’incarnato di frutti maturi e la promessa della sue labbra, che risvegliano i muschi dormienti… Le sue braccia, come l’edera, mi avvolsero e il pallore del suo volto tramontò tra le mie spalle.
Nel profumo del suo abbraccio dissolse il mio dolore e da allora accudisco la sua dimora, mantengo i sentieri lungo i quali si aggira, pulisco le fontane presso cui si ristora. Preservo ogni elemento, per paura che parta.
La notte del primo maggio, alle corolle blu sulla finestra d’angolo, aggiungo fragranze d’ogni altro colore, decine e decine di boccioli non ancora dischiusi. Al mattino li troviamo tutti fioriti.
Per noi, è il segno lasciato dal sorriso di lei.
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