Il blog Parigimeravigliosa.it esiste ormai da tre anni.
Quando mi trasferii nella Ville Lumière nel 2016, la città non era affatto nuova per me. Per anni, avevo ascoltato i racconti di mia madre che, lungo le vie della città e le gallerie di palazzi e musei, riversava meraviglie nelle mie orecchie di bambina.

Imparai così ad associare strade, piazze, angoli e palazzine a dei volti, alcuni storicamente verosimiglianti, altri completamente immaginati.
Iniziare ad annotare e raccogliere queste storie fu per me naturale, forse anche per sentirmi meno straniera. Il blog nacque così.

Dopo tre anni, la quantità di materiale accumulato mi spinse a pormi una questione: come avrei potuto rendere omaggio al passato di Parigi in maniera concreta? Come dedicargli uno sforzo in più?
I “fantasmi” delle Ville Lumière mi avevano tenuto compagnia talmente a lungo, che mi sentivo in un certo senso in debito con loro.
Proprio allora si piantò il seme di un progetto che sta finalmente per vedere la luce, grazie alla collaborazione di amici importanti e non di meno al sostegno dei lettori che, da tre anni, mi seguono con affetto.
Ho composto così dei “sentieri di racconti” segnati da macchie d’inchiostro, di vino, di pittura, talvolta di sangue…
Ho lasciato che le maschere, le spade, i ventagli e le lapidi si trasformassero in narrazioni, il cui intreccio percorre più spesso il filo emozionale dei ricordi, piuttosto che la sequenza temporale.

La decisione più ardua è stata quella relativa al contenuto del primo volume della serie.
Durante il lockdown, chiusa nel mio microscopico appartamento parigino, mi sono arrovellata a lungo sulla questione.
Impilavo a bordo tavolo fogli e fogli di liste, scarabocchi, nomi, date, schemi e bozzetti senza poter vedere una soluzione.
Una domanda fra tutte mi tormentava:
“Da dove iniziare?”.
Fu allora che sorpresi Puck a fissarmi coi suoi occhi d’ambra e la consueta espressione di disappunto, che si acuisce in modo particolare quando sono nervosa.

«Non so da dove cominciare a raccontare la Ville Lumière», spiegai.
Il felino raccolse le zampe sotto alla pancia.
Così immoto, senza estremità visibili, mi parve un grosso fermacarte del tutto indifferente al dramma che mi stava consumando.
Poi, di punto in bianco, voilà! Ecco la soluzione!
Era lì, sotto al mio naso, appallottolata sulla tavola.
La lessi nel contrasto delizioso tra il manto fuligginoso del gatto e il miele chiaro dei suoi occhi:
“Se non riesci a far luce su una questione, inizia dalle ombre”…
Così fu deciso: il primo sentiero doveva iniziare da Montmartre!

L’ha ripubblicato su Alice la scrittrice.
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