Place des Vosges, il panino perduto
(Capitolo precedente qui)
Una delle problematiche che stanno più a cuore a noi gatti è la mancanza di self-confidence degli esseri umani. Nel redigere queste memorie feline non posso pertanto tralasciare il caso del povero Florian, un caro ragazzo che non manca mai di porgere i suoi omaggi quando mi incontra a place des Vosges. La vicenda vuole essere un esempio di come l’insicurezza patologica degli umani possa danneggiare, anche indirettamente, la vita di noi gatti.
La place des Vosges è uno dei miei giardini preferiti, poiché oltre ad avere delle panchine confortevoli e delle aiuole ben curate, gode di un pratico portico di pietra che corre lungo i confini, molto pratico in caso di maltempo improvviso.

Solitamente Florian appare nel mezzo dei miei amati bagni di sole, ma a lui perdono volentieri l’interruzione perché ha l’amabile premura di non presentarsi mai a mani vuote. Nei giorni migliori, infatti, mi propone un delizioso panino al salmone – il mio preferito! – anche se, a dirla tutta, divora sempre una buona parte dell’offerta credendo che non me ne accorga… Di questa come di altre mancanze lo perdono, poiché dopotutto gli umani, per quanto animati da buoni intenti, sono creature fragili che non beneficiano di un’educazione innata come i gatti, dunque bisogna attendersi delle défaillances.
Come molti suoi simili, Florian preferisce uscire nei giorni senza pioggia, ma non prima che il sole sia alto.
In effetti, a ben riflettere, alle prime luci del giorno di panini nei parchi se ne vedono pochi, anzi nessuno.
Per qualche ragione a me oscura, gli esseri umani preferiscono cacciare in pieno giorno invece che di notte, per poi venire a consumare il bottino nel miei giardini, dimenticandosi troppo spesso di offrirmi una porzione, come vorrebbero le buone maniere.
Al contrario, Florian dimostra un livello di educazione più alto rispetto ai suoi simili. Immagino abbia avuto la fortuna di crescere con un gatto, o meglio ancora una gatta.
In effetti, oltre a presentarsi sempre con un omaggio, ha l’abitudine tutt’altro che diffusa di domandarmi il permesso di sedersi accanto a me prima di farlo!
Ritengo che il ragazzo debba essere un elemento avvenente per la sua specie, poiché le passanti a cui rivolge il suo gentile bonjour non lo graffiano mai. Qualcuna arriva addirittura a sorridergli per prima, ma ultimamente Florian, invece di rallegrarsene, si rattrista.
Ciò accade da quando l’amabile Gabrielle non viene più a place des Vosges.
Senza ulteriore indugio, passo di seguito a illustrare il grave torto di cui Florian si è macchiato.

V’è stato un lungo periodo in cui il ragazzo veniva a porgermi omaggio in place des Vosges accompagnato da una graziosa umana, Gabrielle appunto. Quelli erano giorni davvero felici, in cui potevo beneficiare di ben due panini diversi!
Ebbene, di punto in bianco, Gabrielle non si è più vista e da allora Florian è divenuto triste e distratto, al punto da dimenticare di chiedere il permesso prima di sedersi.
Il mistero fu presto risolto. Troppo oppresso per mantenere il segreto, un pomeriggio mi confidò, non senza vergogna, la serie di azioni stupide da lui intraprese che avevano fatto definitivamente allontanare Gabrielle. Scenate, insinuazioni, accuse… Al termine del racconto, ebbe l’onestà di riconoscere gli odiosi sintomi della malattia che troppo spesso affligge gli umani insicuri: la gelosia.
Quando raccontano di sé, questi bipedi diventano terribilmente noiosi, ma in cambio di un’adeguata dose di lodi, offerte alimentari e grattatine sulla testa sono disposto a tollerare un piccolo abuso del mio tempo. In genere, non fanno che lamentarsi, commiserarsi e dubitare delle proprie capacità. Quella volta, Florian non si comportò in modo diverso.
Ora, potevo vederlo benissimo da solo che non era perfetto, senza bisogno che mi illustrasse nei dettagli i suoi difetti e le sue paure, e anche Gabrielle lo vedeva, ne sono certo, ma forse le andava bene così, visto che non era meno umana di lui.
Nessuno dei due è una meraviglie, ne convengo, ma non sono neanche così male, suvvia! Non indovinerò mai da dove gli umani possano aver tratto la fantasiosa idea di non poter essere amati.
Sapete cosa credo? Che nel profondo, quello sciocco avesse già deciso di non poter essere accettato interamente e che le facesse una colpa della sua paura.
Fatto ancora più grave: invece di ripagare l’affetto che gli veniva offerto cercando di migliorarsi un poco ogni giorno, tormentava Gabrielle perché non si piaceva abbastanza… facendomi perdere metà del pranzo!
L’affronto era dei più gravi e ci misi quasi due panini al salmone per perdonarlo di avermene farti perdere chissà quanti al prosciutto.
Infine, mi rivelo per quello che sono: un gatto comprensivo e paziente al di là del dovuto.
