Le dame del Père Lachaise non sorridono, non si preoccupano d’essere amabili e non scambiano mai uno sguardo coi visitatori.
Sembrano mute, ma non tacciono mai.
Conversano col compagno di pietra, l’amico di bronzo, talvolta col passante che gli porta silenzio in mancanza di fiori.
Paiono tristi, ma non credo lo siano. Riflettono, sognano, alcune addirittura sperano.

Nulla mi toglierà la convinzione che conoscano un segreto, un segreto che riguarda il tempo. Sogno di carpirlo come un sussurro tra la pioggia che inizia e il muschio che si desta. Per questo rimango a lungo sui sepolcri in attesa.
La loro fiducia non è affatto semplice da conquistare: pretendono costanza, rispetto, un corteggiamento discreto, ma incessante.
Le cornacchie hanno finalmente rinunciato ad alzarsi in volo al mio passaggio, e qualche dama si fa trovare più facilmente nel dedalo intricato di esistenze concluse. Sarà pretenzioso, ma ritengo che mi aspettino.

Il segreto è a un passo, chissà se mi verrà svelato?
Qualcosa mi dice che la chiave non è tanto in ciò che sanno.
Il segreto è sul fondo degli sguardi immobili, in ciò che videro, vedono e vedranno passare lungo questi sentieri.



[Testi e immagini © Alice Rocchi]
Mi piacciono i suoi racconti, le sue fotografie mi portano lontano….quando con il mio compagno camminavano per Parigi tanti anni fa…..
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Far viaggiare è il mio intento. Grazie!
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